SCARLINO – Che fine hanno fatto gli arredi di Palazzo Guelfi, a Scarlino? A chiederselo è il numero del 2 marzo del “Venerdi” di Repubblica, che intitola uno dei suoi articoli “Garibaldi, la Maremma e il giallo dei cimeli di Palazzo Guelfi”. L’autore, Massimo Novelli, si interroga su dove sia finito il letto in cui dormì Giuseppe Garibaldi, in fuga da austriaci e Papalini dopo la caduta della Repubblica Romana. Ad essere spariti sono tutti gli arredi della camera di Angiolo Guelfi, patriota Toscano e proprietario della tenuta, che ospitò l’eroe dei due mondi cedendogli i propri appartamenti. Oltre al letto mancano all’appello la cassettiera, la specchiera, le sedie e il busto di Guelfo Guelfi. Tutto scomparso nel nulla. Gli eredi di Angiolo Guelfi, così facendo, afferma l’articolo di Repubblica, non hanno tenuto conto del fatto che, essendo Palazzo Guelfi monumento nazionale, su di esso vige un vincolo posto dalla Soprintendenza per i beni architettonici, e che dunque niente, all’interno e all’esterno, dovrebbe essere modificato.
Ad accorgersi della mancanza sono stati il comune di Scarlino, che vuole trasformare la tenuta in museo, e Piero Simonetti, che con Mario Zannerini sulla figura dell’Eroe dei due mondi ha scritto anche un libro “Garibaldi in Maremma”. La tenuta Guelfi è dunque un luogo importantissimo per l’Italia tutta, a lungo meta di celebrazioni garibaldine e che però, di fatto, non è mai divenuta un vero e proprio museo. Adesso che l’amministrazione comunale sembra intenzionata a farlo diventare tale, però, rischia di trovarsi tra le mani un palazzo importante si, ma svuotato di tutti quei cimeli e arredi che hanno visto fare la Storia e l’Italia.