di Barbara Farnetani
GIUNCARICO – Sono partiti in 7 a bordo delle loro moto. Tutti della zona compresa tra Giuncarico, il Bozzone e Grosseto per affrontare il raduno invernale più duro e difficile: l’Elefantentreffen, il raduno degli elefanti, che ogni anno, in pieno inverno, si svolge in Germania, nella foresta di Loh Thurmansbang-Solla, ad una sessantina di chilometri da Passau. Un viaggio interminabile, oltre 2 mila chilometri andata e ritorno, tra due muri di neve che, dal Brennero a Monaco di Baviera, hanno accompagnato i motociclisti per oltre 500 chilometri.
“Un raduno che almeno una volta, nella vita – ha affermato Michele Amadori, uno dei partecipanti – un vero motociclista deve affrontare.” Il raduno, nato 56 anni fa come riunione dei sidecar da guerra Zundapp, si è poi trasformato in un motoraduno a cui confluiscono appassionati da tutta Europa nonostante le temperature rigide, la neve e il luogo prescelto: piuttosto difficile da raggiungere. “Io – continua Amadori – ho voluto accentuare questa ‘odissea’ viaggiando su una Moto Guzzi Nuovo Falcone.” Una delle caratteristiche di questo raduno è la mancanza di ogni tipo di comodità: si dorme in tenda e sacco a pelo, si mangia tutti assieme attorno al fuoco. E a questo spirito spartano e un po’ ramingo si attiene tutto il viaggio.
“Abbiamo campeggiato praticamente sempre – ricordano i centauri maremmani – la prima tappa poco dopo Trento, in sacco a pelo. Si sono aggiunti anche due ragazzi di Modena conosciuti ad un’autogrill, mentre aspettavamo due ‘dispersi’ per un guasto ad una moto, risolto poi dalle nostre ‘officine’ a due ruote, perché avevamo portato di tutto con noi: chiavi, viti, bulloni e batterie di ricambio.” “Appena arrivati – prosegue Michele Amadori – abbiamo montato le tende, e ci siamo immersi in questa atmosfera incredibile, fianco a fianco con motociclisti da tutta Europa, ogni anno tra i 3 mila e i 7 mila centauri.” “Abbiamo avuto fortuna – sottolinea il motociclista Giuncarichese – le temperature si sono mantenute tra i -8° e i -10°, mentre ci sono anni in cui si è sfiorato i -20°.” “Abbiamo brindato e scambiato cibo con un gruppo di Tedeschi. Una sensazione bellissima: per la prima volta mi sono sentito davvero in una Europa unita – conclude Amadori – per questo chi è stato una volta all’Elefantentreffen solitamente ci ritorna.”
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