Grosseto – Si è conclusa ieri la terza giornata di formazione rivolta ai volontari delle associazioni di Protezione civile e alle amministrazioni comunali costiere (9 i comuni partecipanti:Capalbio, Castiglione della Pescaia, Follonica, Grosseto, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Monte Argentario, Orbetello e Scarlio) promosso dalla Provincia di Grosseto, Dipartimento della Protezione civile, Ispra, Regione Toscana e realizzato da Legambiente. I partecipanti della tre giorni sono stati quasi 200, informati in modo dettagliato, con un corso intensivo, sulle modalità d’intervento legate allo sversamento da idrocarburi. Una task-force pronta a entrare in azione in caso di fuoriuscita di carburante dalla nave Concordia. Nello stesso tempo Legambiente ha mobilitato sia i propri volontari maremmani che numerose squadre di esperti preparati a intervenire tempestivamente in queste occasioni.
“Ci auguriamo che questa azione di tipo preventivo – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – non venga mai utilizzata concretamente e che dopo la tragedia umana non ci sia alcun disastro ecologico, ma il modo migliore per scongiurarlo è quello di continuare ad agire con professionalità e competenza tecnica come le istituzioni hanno fatto fino a ora. Occorre soprattutto fare presto, anche oggi che i riflettori cominciano a calare sulla tragedia del Giglio, affinchè l’ambiente e la meravigliosa e solidale comunità gigliese non vengano lasciati soli. Manifestiamo, a tal proposito, tutta la nostra vicinanza in questa grave tragedia ai familiari delle vittime e dei dispersi, così come alla comunità intera dell’isola del Giglio che ha saputo fronteggiare, con una prova di solidarietà e impegno civile, il disastro. Per non aggravare una situazione sempre più delicata e rischiosa (con la nave che continua a spostarsi e perdere pezzi) occorre – conclude Gentili – rispettare le principali priorità dal punto di vista ambientale: mettere in sicurezza tutto l’olio combustibile contenuto nella nave, provvedere allo smaltimento e alla bonifica dei rifiuti, in special modo quelli più pericolosi, ed eliminare al più presto la nave intera, senza sezionarla aprendo un nuovo capitolo che dopo il tragico naufragio porterebbe all’allungamento dei tempi e a gravi rischi per l’ambiente e l’economia dell’isola”.