Grosseto – L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani interviene sul “Giorno del Ricordo”. «I tentativi di sdoganare il fascismo – si legge nella nota della presidenza dell’Anpi provinciale – nascondendone gli aspetti più atroci di dittatura colpevole di deportazioni, pulizie etniche e assassinii di massa sono stati messi in atto fin dall’immediato dopoguerra da una classe dirigente in gran parte collusa con il regime. Negli ultimi venti anni, complice la destra al governo, c’è stata un’accelerazione di questo processo che è sfociato in marchiane prove di revisionismo storico, non ultimo il disegno di legge 3.442 promosso dal PdL Gregorio Fontana che proponeva, di nuovo, l’equiparazione tra partigiani e repubblichini. In questo clima culturale sono maturati i nuovi centri sociali di destra, dal più notorio Casa Pound a Casaggì, che anche in Toscana si è distinto per clamorose azioni di marcata ideologia fascista come la commemorazione dei franchi tiratori al cimitero di Trespiano fatta lo scorso 11 agosto, in concomitanza dell’anniversario della liberazione di Firenze».
«Costola di Casaggì Frienze, il 22 novembre 2010 è nato a Grosseto il centro sociale “Casaggì Grosseto – Destra identitaria” che sabato scorso, 28 gennaio, pubblicizzava con un gazebo in piazza Duomo l’iniziativa “Foibe – corteo contro i crimini del comunismo”organizzata da Casaggì-destra identitaria, Giovane Italia e PdL a Firenze il 4 febbraio».
«L’ANPI Provinciale non accetta che il Giorno del Ricordo – celebrazione istituita dalla legge 92 del 2004 “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” – venga usata in chiave revisionistica come arma politica di legittimazione del fascismo».
«Noi, come organizzazione di Partigiani e soprattutto come avanguardia della difesa dei valori di antifascismo e libertà fondanti la Repubblica Italiana non tolleriamo la distorsione della memoria degli accadimenti del confine orientale condotta per depotenziare e mistificare l’operato della Resistenza. Le foibe sono diventate un topos che i fascisti presentano slegandolo dal contesto storico e geopolitico in cui è avvenuto; la complessità della storia delle zone del confine orientale impone di guardare al lungo tempo,che parte dalle politiche fasciste di snazionalizzazione e continua con le violenze del fascismo prima e del nazifascismo poi. Vogliamo ricordare come proprio l’ISGREC (Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea) sia l’istituto che più ha lavorato per la ricerca della verità sul confine orientale, tanto da diventare un punto di riferimento nazionale sull’argomento. Fa orrore, inoltre, la scelta di pubblicizzare il corteo il 28 gennaio, con una giustapposizione alla Giornata della Memoria che tradisce la malafede e l’ideologia fascista che anima questa formazione».
«L’ANPI Provinciale “Norma Parenti” si rivolge, dunque, alle istituzioni repubblicane e a tutte le associazioni e sindacati antifascisti della provincia per fare fronte comune ed evitare l’attecchire ed il diffondersi di questi movimenti fascisti sul nostro territorio e per mantenere alta l’attenzione affinché non si verifichino ulteriori tentativi di falsificazione della storia».