Follonica – Un notaio e un medico, due punti di vista differenti ma strettamente legati per un argomento come quello che riguarda le volontà personali negli ultimi momenti di vita. La Pievaccia (venerdì pomeriggio) ha ospitato al Casello Idraulico il dottor Mauro Cristiani, notaio, e il medico Massimo Lasi, specializzato in geriatria: entrambi si sono occupati negli anni del testamento biologico. “Si è iniziato a parlare di questo argomento nel ’74 negli Stati Uniti, quando capitò un caso molto simile a quello di Eluana Englaro. In Italia invece la discussione si è aperta anni dopo e ancora oggi non ha trovato una regolamentazione”.
L’esperto ha parlato della possibilità, per chi volesse farlo, di nominare un amministratore di sostegno che nel momento “grigio” (come lo ha definito il notaio) abbia la facoltà di farsi portavoce delle volontà espresse quando il soggetto era in grado di intendere e di volere. Si è poi parlato della bozza di legge del luglio del 2011 che per la crisi di governo non è ancora stata approvata, in cui si dice che non si può smettere di alimentare artificialmente un paziente, si dà una durata di 5 anni al testamento biologico e si limita al medico la decisione ultima, cosa che chiaramente investe questa figura di un compito assai gravoso. Sulla stessa linea del dottor Cristiani ha parlato il medico Lasi: ha ripercorso la storia del testamento biologico dicendo che la sua speranza è quella che al medico venga sempre lasciata la possibilità di prendere una propria posizione con la facoltà dell’obiezione di coscienza, e cioè di rifiutarsi di compiere atti che non vuole mettere in pratica. “Nulla prepara il medico a questa incombenza”, ha dichiarato Lasi, spiegando che la medicina non è una scienza ma un’arte.