Grosseto – Come si evince dal Rapporto 2011 sulle mafie della Fondazione Caponnetto, anche la Toscana e la Maremma non sono al sicuro. In particolar modo a preoccupare è il clan dei Casalesi, che lo stesso documento segnala in crescita per “i tentativi d’infiltrazione su quella parte del territorio toscano fino a oggi incontaminato, quale la Maremma”. La capacità tecnico-imprenditoriale dei Casalesi, infatti, si presenta oggi in grado di vincere gli appalti e acquisire le concessioni, presentandosi spesso attraverso imprese leader del settore che hanno acquisito nel tempo, grazie a tecniche professionali collaudate, un curriculum e un’esperienza di primo livello. Ma anche analizzando dati e classifiche del Rapporto antimafia 2011 di Legambiente, si può vedere che nella nostra regione, e nella nostra provincia, i pericoli maggiori riguardano lo smaltimento illecito di rifiuti. Infatti pur essendo la provincia di Grosseto quella con la minore presenza mafiosa di tutta la regione, evidenziamo estrema preoccupazione per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti dove Grosseto balza dal 62esimo al 35esimo posto, con 31 reati accertati nel 2010.
Nel Rapporto Ecomafia 2011 di Legambiente tra le venti regioni italiane la Toscana si è piazzata al sesto posto per l’illegalità ambientale, con ben 2.132 infrazioni accertate. Al primo posto, invece, la Campania con 3.849 infrazioni accertate. Tra le province Grosseto è 62esima su 110 con 163 infrazioni accertate, ben 1587 in meno di Roma che è al primo posto della classifica, e 1326 in meno di Napoli che è seconda.
“Da una parte ciò che si evince è che anche rispetto alla situazione delle altre province toscane – spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – quella di Grosseto non abbia una penetrazione mafiosa capillare e invasiva ma nonostante ciò negli appalti illegali e soprattutto nello smaltimento illecito dei rifiuti viene evidenziata una situazione che comincia a essere preoccupante e grave anche per quanto riguarda le infiltrazioni di malavita organizzata. Basti pensare al gravissimo incidente avvenuto a Scarlino con il caso Agrideco con l’esplosione in un capannone e la conseguente morte di un lavoratore e il ferimento di un altro: tutto frutto di un traffico illecito di rifiuti. Occorre quindi tenere alta la guardia anche rispetto ad altri fenomeni che possono evidenziare l’intreccio tra malavita organizzata e smaltimento dei rifiuti in Maremma. Legambiente invita i cittadini a vigilare con grande attenzione sui fenomeni illeciti segnalando alle autorità competenti qualsiasi situazione non regolare con la quale si venga in contatto”.
Spesso per lo smaltimento di rifiuti speciali e addirittura tossico-nocivi vengono utilizzati sia alcune aree marine che aree terrestri particolarmente disabitate, che in orari molto inusuali come quelli notturni diventano un vero e proprio perno di traffici illegali. In altre situazioni, invece, vengono coinvolte aziende locali compiacenti che fungono da punto di riferimento per fenomeni nazionali e internazionali di traffici illeciti. Ma a preoccupare nel nostro territorio sono anche gli appalti illegali e gli abusi edilizi: tutto ciò che gira intorno al ciclo del cemento. Basti pensare che tra le 110 province italiane, dove al primo posto si piazza Crotone (172.500 abitanti) con 160 reati accertati e con un’incidenza del 9,3%, la provincia di Grosseto è 34esima con 40 reati accertati e un’incidenza di 1,9%. In Toscana, invece, si piazza al quinto posto.