di Silvano Polvani
Gavorrano – Tante e troppe erano le discriminazioni messe in atto dalla Montecatini a Gavorrano (come nelle altre miniere), essere iscritti al sindacato o solo attivisti sindacali significava andare incontro a soprusi di ogni genere, rischiare il proprio posto di lavoro, essere sistematicamente esclusi dall’assegnazione delle case e delle altre provvidenze varie come prestiti, permessi, la befana ai figli.
Un ennesimo grave arbitrio da parte della Montecatini fu compiuto il 30 Marzo del 1954 nei confronti di Arnaldo Senesi dipendente della miniera che fu licenziato in tronco con la motivazione “insubordinazione ai superiori accompagnata da atti delittuosi”. La verità, come è documentata, è che il Senesi fu ripetutamente provocato da un sorvegliante, già noto a tutti i lavoratori per la sua attività di provocatore nei confronti degli operai più battaglieri. Il sorvegliante, infatti, aveva apostrofato con male parole offendendo il Senesi il quale energicamente aveva risposto alle offese.
Il Senesi, “questa è la verità, veniva licenziato perché dirigente sindacale combattivo e attivo “. L’arbitrio preso nei confronti del Senesi suscitò l’immediata reazione dei lavoratori che si rifiutarono di entrare in miniera e si recarono sotto la palazzina della direzione chiedendo che della vicenda ne venisse investita la commissione interna. Al rifiuto della direzione fu dichiarato lo sciopero di 24 ore.
Questa vicenda fece crescere nel paese un clima di forte tensione. Intervenne lo stesso sindaco promuovendo una riunione di tutte le organizzazioni e le forze politiche di Gavorrano. Il Senesi lasciò il suo posto di lavoro in miniera e proseguirà la sua attività prima come dirigente del PCI, successivamente come amministratore comunale sino a ricoprire la carica di sindaco del comune di Gavorrano.