Gavorrano – Il sindaco Massimo Borghi (nella foto) non ci sta. La manovra economica predisposta dal governo Berlusconi, all’esame del Parlamento in questi giorni, non piace al primo cittadino di Gavorrano preoccupato per i tagli che riguarderanno gli enti locali e per le sorti dei ceti popolari. Una manovra che rischia di “impoverire” ancora di più i comuni senza dare risposte nel campo dell’occupazione, del precariato e di nuovi investimenti nei settori strategici del nostro paese come quello delle infrastrutture.
«Con la manovra economica in atto – spiega il sindaco in un comunicato stampa -, voluta e concepita dai banchieri europei e dal mercato senza regole, è chiaro che si metteranno in ginocchio i ceti popolari del nostro paese, gli Enti Locali ed in particolare i Comuni sottoposti ad un taglio di trasferimenti che toglieranno la possibilità di erogare nuovi servizi ai cittadini ed in alcuni casi li costringeranno a tagliare i servizi sociali e scolastici. Si punta ormai alla privatizzazione generalizzata dei servizi scolastici, sanitari, sociali e del trasporto pubblico mentre il federalismo fiscale tanto sbandierato si risolverà in un’ ennesima tassazione a danno dei ceti più deboli. I Comuni, già pesantemente colpiti negli ultimi anni, rischiano il “dissesto finanziario” . Il patto di stabilità sulla spesa e sul personale strangola lentamente la possibilità di efficienza della macchina amministrativa e non permette investimenti sul territorio che consentirebbero invece la risoluzione di alcune problematiche importanti».
«Con questa manovra – prosegue Borghi – i beni comuni sono tutti a rischio e anche la gestione pubblica dell’acqua rischia di essere spazzata via. Servirebbe un grande piano di ammodernamento delle infrastrutture. Abbiamo il sistema fognario più fatiscente d’Europa, lo stesso si può dire per il sistema idrico. Mancano scuole,ospedali ed il sistema delle comunicazioni (strade, ferrovie, porti ed aeroporti) andrebbe adeguato alle esigenze di una nazione “moderna”. Servirebbero grandi investimenti capaci di creare realtà occupazionali e di reddito perché solo con il reddito prodotto dal lavoro, l’economia ed i comuni potrebbero ripartire ed uscire dalla stagnazione. A questo si unisce lo stato di precarietà che si traduce in mancanza di futuro per le giovani generazioni che, private della certezza di un lavoro sicuro, hanno un ruolo marginale sia nel sistema produttivo che nella società civile. Sono ben cosciente che questo mio ragionamento non piaccia al mondo della finanza europea e nostrana e tanto meno a tutti coloro che hanno fatto della rendita parassitaria l’ unica fonte di arricchimento. Nella sola provincia di Grosseto al 31 Marzo di quest’ anno si contavano 22.904 disoccupati, in crescita di 1917 unità rispetto al Marzo 2010 e di 3567 rispetto al marzo 2009».
«Quali prospettive gli offriamo? Quali garanzie per il futuro possiamo promettergli? Cosa possiamo dirgli quando si presenteranno alla pubblica amministrazione a chiedere un aiuto? Ecco perché – conclude il sindaco Massimo Borghi – parteciperò a tutte le iniziative istituzionali,sindacali, dei cittadini che verranno promosse per opporsi a questo stato di cose, nella convinzione che i Sindaci siano un punto di riferimento importante per la loro comunità, soprattutto quando la crisi si fa più dura e l’orizzonte appare sempre più scuro».