Bivio Ravi – Si chiama Grazia Ghilli, abita a Bivio Ravi e con il suo racconto “Fuori” ha conquistato il premio letterario “Il Salmastro” promosso e organizzato dal comune di Follonica. La scrittrice gavorranese è stata scelta dalla giuria tra i dodici finalisti del concorso che ha visto la sua fase conclusiva con la premiazione ufficiale alla Fonderia Leopolda alla fine del mese di giugno. Il racconto di Grazia Ghilli insieme a tutti gli altri racconti finalisti è stato pubblicato nella raccolta “Le Stagioni in Città”, (Il Salmastro 2011 – Premio Letterario Città di Follonica, Ouverture Edizioni – a fianco la copertina).
Grazia Ghilli scrive da tanti anni e anche se lo fa a livello amatoriale già in passato aveva ricevuto qualche offerta per pubblicare i suoi racconti. «Ho iniziato scrivendo fiabe per mio figlio – ci ha detto Grazia Ghilli nell’intervista che abbiamo realizzato -, quando lui aveva tre anni e da un anno, sto prendendo la cosa un po’ più sul serio. Ho ricevuto qualche proposta per pubblicare i racconti, ma non mi hanno convinto molto. Così ho parteipato a questo concorso, ed ho cambiato genere, pur restando vicino ai bambini. È stato il mio primo tentativo di scrittura, fuori dal mondo magico ed incantato delle fiabe».
Il tema del racconto è un tema di stretta attualità, un’emergenza sociale che Grazia ha voluto denunciare attraverso i suoi personaggi. «Nel mio raconto – ci ha spiegato l’autrice -, ho denunciato l’ingiustizia subita dai bambini, figli di madri carcerate, obbligati a crescere fino all’età di tre anni in carcere con le madri, a cui vengono poi strappati senza farsi troppi problemi. In Italia così facendo si viola la Convenzione Onu sui diritti dei bambini, ma poco importa. Anzi, dirò di più: la legge 62 del 21 aprile 2011, anziché concedere alle mamme con figli di sontare la propria pena in libertà vigilata dice che le madri e i figli da zero a sei anni, potranno stare in strutture a loro adibite, idonee alla loro permanenza. “Strutture”? Chissà quando saranno pronte – si domanda Grazia Ghilli -, si è visto costruire nulla in giro? E quel che è peggio, separare un bambino dalla madre a sei anni è certamente ancora più devastante che a tre. È una realtà molto poco conosciuta e l’intento quando ho pensato di scrivere questo racconto era far prendere coscienza a quanti più possibile della situazione. Penso che sia importante dare voce a questi gravi disagi he segnano la vita dei picoli per sempre».
Nel suo racconto “Fuori” Grazia Ghilli si è legata al tema dell’edizione 2011 del concorso “Le Stagioni in città” attraverso il rapporto di una madre carcerata alla figlia incentrato proprio sulla descrizione delle stagioni che in carcere sono quasi assenti. «La madre – ci dice ancora l’autrice – sceglie il modo più diretto per colpire la fantasia della piccola Maria Sole: le disegna le stagioni sulle pareti della loro cella, colorandole con mille colori, imitando il vento e la pioggia che cade, il mare d’estate ed il caldo afoso, il profumo dei fiori e le api che volano».
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito internet del comune di Follonica e quello di Ouvertour Edizioni: www.comune.follonica.it , www.ouverturedizioni.it .