Il Partito Democratico: «non ci debbono essere dubbi sulla legalità e legittimità; Gavorrano rimane nella più totale incertezza amministrativa»; la replica del sindaco: chi «non accetta la mia elezione democraticamente espressa dalla comunità, oppure non la trova legittima, può fare ricorso agli organi competenti»
di Daniele Reali
Gavorrano – Archiviato il passaggio in consiglio comunale la questione sulla presunta ineleggibilità del sindaco rimane argomento “caldo” nel dibattito politico di Gavorrano. Dopo la prima seduta consiliare della legislatura il Partito Democratico torna a chiedere di fare chiarezza sulla posizione del primo cittadino, mentre per Massimo Borghi il Pd non ha ancora accettato il risultato delle urne e pensa ad attaccare il sindaco (nella foto un momento della prima seduta del consiglio comunale di Gavorrano: da sinistra il segretario generale Mario Venanzi, il sindaco Massimo Borghi, il vicesindaco Elisabetta Iacomelli).
Per i democratici di Gavorrano la delibera approvata in consiglio con i voti della maggioranza non avrebbe reso la questione ineleggibilità più chiara perché durante la seduta «non è stato prodotto nessun documento né parere giuridico a supporto della condizione di eleggibilità» del sindaco. Secondo il Pd quindi «il Comune di Gavorrano rimane nella più totale incertezza amministrativa ed esposto ad azioni legali da parte delle autorità competenti e “qualsiasi cittadino elettore del comune, o da chiunque altro vi abbia interesse”, come riporta l’art. 70 del TUEL, che potrebbero generare instabilità, ovvero Commissariamento e nuove elezioni».
Parole che non sono piaciute a Massimo Borghi tanto che ha affidato ad una nota la risposta alla “mossa” del Pd. «Mi si richiede – scrive Borghi – un “documento o parere giuridico” riguardo all’ormai estenuante argomento ineleggibilità, adducendo ingiustificati ricatti e ripercussioni sull’Amministrazione e contribuendo a minare la sicurezza dei cittadini che hanno già dovuto sopportare 9 mesi di commissariamento causato proprio da chi, oggi, richiama questa eventualità come infausta. Se questi dirigenti del PD o qualcuno della loro coalizione, non accetta la mia elezione democraticamente espressa dalla comunità, oppure non la trova legittima, può fare quello che la legge consente, cioè un ricorso agli organi competenti, in modo da ricevere poi tutti i documenti che possono testimoniare l’eleggibilità o meno del sindaco Borghi Dal 17 maggio il sottoscritto è regolarmente insediato ed insieme alla giunta sta celermente lavorando alle impellenti scadenze dell’approvazione del bilancio e ad altre attività che possano consentire alla macchina burocratica ed amministrativa comunale di riprendere il suo percorso».
Di ricorso in effetti non ne ha ancora parlato nessuno dai banchi dell’opposizione, anche se il Partito Democratico per fare chiarezza ha già annunciato di «adoperarsi per avere un pronunciamento più preciso degli organi competenti che faccia chiarezza e certifichi definitivamente e senza dubbi l’effettiva eleggibilità del Sindaco Borghi e quindi la legalità del Consiglio Comunale di Gavorrano».
Per Borghi c’è bisogno di riunire la comunità e il centrosinistra perché «Gavorrano – conclude Borghi – si merita di tornare ad avere una vita politica e sociale serena, senza divisioni illogiche all’interno del centrosinistra. Il sindaco e tutta la coalizione ribadiscono la volontà di riuscire a riunire la comunità gavorranese ormai logora e stanca di queste lotte interne. Riunione che di conseguenza riguarderà anche il centrosinistra. Per questo chiediamo ai consiglieri e alla classe dirigente del PD, di scegliere la strada giusta per questo fine».
L’intento di riunire il centrosinistra è stato più volte auspicato da entrambe le parti in gioco prima, durante e dopo la campagna elettorale: le due coalizioni hanno annunciato a più riprese di voler vedere riunite tutte le anime del centrosinistra sotto un’unica “bandiera”, ma la tanto sospirata riunificazione, visto il clima ancora molto agitato, non sarà sicuramente un processo breve ed indolore.