Presentate le denunce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti sull’impianto realizzato nel 1999 e mai entrato in funzione
Gavorrano – Come annunciato nell’ultima settimana di campagna elettorale il Gruppo di impegno politico “Gente Perbene” che alla amministrative aveva sostenuto la corsa a sindaco di Jurij Di Massa, ha presentato lunedì scorso gli esposti alla Procura della Repubblica di Grosseto e alla Corte dei Conti sulla situazione del depuratore di Ravi.
«Come è noto – scrivono in un comunicato i rappresentanti di “Gente Perbene” – il depuratore di Ravi è costato alle tasche dei gavorranesi ben oltre 540 milioni delle vecchie lire, spese grazie ad un mutuo contratto e del quale stiamo ancora pagando rate annuali».
La storia del depuratore di Ravi inizia nel 1997: «con delibera di Giunta n° 420 del 25/7/1997, sindaco Mauro Giusti, venne infatti approvato il progetto esecutivo per la costruzione del depuratore a Ravi, redatto su incarico della Italstudi per un costo complessivo di oltre mezzo miliardo di vecchie lire». Nel 1998 poi venne stipulata la convenzione con la Italstudi per realizzare l’opera grazie ad un investimento finanziato dal comune di 540 milioni di vecchie lire. «I lavori terminarono nel 1999 – spiegano i rappresentanti di “Gente Perbene” – ma quel depuratore non è mai entrato in funzione. Oggi è quasi sepolto da terra e rovi. E con lui sono finiti sottoterra anche i soldi dei contribuenti gavorranesi, ossia della comunità dei cittadini di Gavorrano».
Il depuratore di Ravi: sopra nella foto quello che rimane dell’impianto di depurazione costruito a valle dell’abitato di Ravi in un’area che recentemente è stata interessata da un intervento di bonifica
«Nei 12 anni che vanno dal 1999 al 2011 – proseguono da “Gente Perbene” – è stato tutto progressivamente abbandonato e le Amministrazioni Comunali che si sono succedute, 5 anni con Balloni assessore e 5 anni con Balloni Vicesindaco, dovranno rispondere di tale atteggiamento irresponsabile che ha permesso l’abbandono dell’impianto e quindi lo spreco di denaro pubblico. Denaro della collettività che i responsabili dovrebbero rendere, a nostro avviso, alla collettività stessa».
«Di grande rilievo ambientale – concludono – c’è il conseguente inquinamento del suolo, provocato dalla mancata messa in servizio del depuratore stesso. Ed anche di questo aspetto è necessario che qualcuno ne risponda».