Sabato 9 aprile celebrato il primo secolo di vita dello storico bar di Caldana: grande festa per tutta la comunità paesana
di Barbara Farnetani
Caldana – Era il 1911, in Inghilterra veniva varato il Titanic, in Argentina nasceva il pilota Juan Manuel Fangio e negli USA il futuro presidente Ronald Regan, mentre a Parigi un Italiano rubava la Gioconda dal Louvre.
Nel frattempo l’Italia perdeva Emilio Salgari, a Giolitti veniva dato l’incarico per formare il suo 4° governo mentre il Regno d’Italia si apprestava a diventare Impero con la guerra contro la Turchia e l’invasione della Libia, e le radio cantavano “Tripoli bel suol d’amore” (a fianco il Bar Tripoli oggi).
Intanto, alla periferia del futuro impero, Elvidio Bersotti da Caldana apriva la prima osteria del paese: il “Bar Tripoli”. La prima, e per molto tempo l’unica. Un po’ bar un po’ osteria, come si conveniva ai locali, pardon alle “botteghe” di una volta, che avevano la licenza per vendere di tutto, anche quel minimo di alimentari che poteva essere utile in una società ancora fortemente rurale come era Caldana ai primi del secolo.
I primi cento anni del Bar Tripoli: la foto risale al 1937, in alto sopra l’ingresso l’insegna originale (la foto ci è stata concessa dal sito web www.caldana-maremma.org)
Da allora sono trascorsi 100 anni tondi tondi: il bar Tripoli esiste ancora e dietro al suo bancone siede ancora la famiglia Bersotti, generazione dopo generazione: quattro per la precisione.
Al primo proprietario sono succeduti nell’ordine i tre figli, Antuino, Tonino e Dina, e poi ancora i discendenti di Antuino, Piero e Paolo, sino ai giorni d’oggi, con il bar gestito dalla moglie e dai figli di Paolo Bersotti, Paola e Marco.
Il bar si è col tempo trasformato in un locale più moderno, al passo con il mutare dei tempi, anche grazie ad un restyling che ne ha rimodernato il look senza stravolgerne i connotati.
Fedele a se stesso, come forse avrebbe voluto il suo primo proprietario, sabato 9 aprile, a 100 anni esatti dalla sua nascita, il bar Tripoli ha festeggiato il secolo di vita accogliendo tra le proprie mura paesani e non, ancora una volta punto di ritrovo, ristoro e aggregazione come ogni giorno dal 1911, anno in cui gli Italiani sono entrati a Tripoli.
(Servizio fotografico e Foto Album a cura di Stefan Bohli per il Giunco.net)
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