L’onorevole Monica Faenzi a Gavorrano per sostenere il candidato del centrodestra; inaugurata la sede del comitato elettorale in via Marconi a Bagno
di Daniele Reali
Gavorrano – Apertura di campagna elettorale per Jurij Di Massa, il candidato della lista “Di Massa Sindaco” sostenuta dal centrodestra insieme all’Udc. Ieri alla inaugurazione del suo comitato elettorale in via Marconi a Bagno era presente anche l’onorevole Moncia Faenzi, arrivata a Gavorrano per lanciare un chiaro segnale alla gente e agli elettori. «Questa volta c’è la possibilità concreta di vincere anche a Gavorrano. Il centrodestra merita una possibilità, la merita Jurij Di Massa. La sinistra è dilaniata dalle divisioni. Si presenta con tre liste. Il mio appello è quello di cogliere questa opportunità: i cittadini vedranno subito la differenza tra un’amministrazione di centrosinistra e una di centrodestra, molto più attenta ai bisogni del cittadino e alle esigenze del territorio».
Anche Di Massa è convinto che alle prossime amministrative ci sia la possibilità di poter conquistare il comune di Gavorrano. «La presenza dell’onorevole Faenzi – ha messo in evidenza Di Massa – è la testimonianza di come ancora una volta il Popolo della Libertà e le altre forze a sostegno della mia candidatura dimostrino quanto seriamente e a cuore ci stia Gavorrano e la sua gente. Sulla carta il centrodestra ha già il successo e siamo pronti a governare».
Jurij Di Massa, candidato a sindaco del centrodestra, e l’onorevole Monica Faenzi, deputato del Popolo della Libertà e sindaco del comune di Castiglione della Pescaia
Di Massa nel suo intervento di fronte ai simpatizzanti del centrodestra non ha risparmiato critiche ai suoi avversari. «Gli altri candidati non sono candidati di sinistra, sono persone che si fanno la guerra per la poltrona. Tra questi uno è stato buttato fuori da una settimana dal suo partito e cerca consensi nel centrodestra, poi c’è la candidata cattolica che nella sua coalizione ha il simbolo antistorico della “falce e martello” e poi il caso più eclatante, quello dell’ex sindaco che da presidente del consiglio provinciale non entrò nel Pd e rimase però al suo posto senza lasciare la carica».