Prevista una riduzione del personale di Poste Italiane; residenti preoccupati anche per la riorganizzazione operata da Trenitalia sulla stazione di Potassa
di Annalisa Mastellone
Gavorrano – Da gennaio 2011 a Gavorrano ci sarà un postino in meno. La notizia è stata annunciata nelle scorse settimane: Poste italiane avrebbe programmato il nuovo assetto organizzativo, prevedendo tagli di personale in tutta la provincia di Grosseto, che dall’anno nuovo perderà 18 portalettere, con pesanti conseguenze per dipendenti e cittadini, e sul servizio offerto, purtroppo già carente in alcuni dei paesi maremmani che subiranno l’ennesima razionalizzazione. Come a Gavorrano, dove le conseguenze saranno di sicuro difficili da gestire, visto che il paese lamenta da tempo ormai i disagi di un servizio postale lento e non efficiente, a causa di carenza di personale, già in affanno, e del conseguente aumento della mole di lavoro per gli altri postini, che devono comunque coprire tutte le frazioni del paese.
L’ufficio postale di Giuncarico: è aperto solo 4 giorni a settimana, lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8:15 alle 13:30, e sabato dalle 8:15 alle 12:30.
L’ultima protesta sui disservizi postali si era sollevata infatti quest’estate, quando i residenti di Filare hanno avuto le cassette vuote per oltre un mese, perché mancava un portalettere che consegnasse a domicilio la corrispondenza nella frazione. Per questo dovevano recarsi di persona all’ufficio postale per ritirare missive e quant’altro, col rischio di pagare anche more per bollette o pendenze scadute perché mai arrivate al domicilio. Disagi, vissuti soprattutto dalla popolazione anziana, che non sono stati risolti nemmeno con l’arrivo di un’altra postina, mandata dalla sede centrale delle Poste di Follonica (che gestisce il personale addetto al servizio di recapito a Gavorrano) «in modo da garantire – aveva detto il responsabile Grasso – un graduale miglioramento della situazione». La nuova incaricata doveva però occuparsi di fare consegna non solo in questa frazione, ma anche a Bagno, Ravi e Caldana, con tanti chilometri da fare, troppi per una sola persona.
Una situazione insostenibile, di cui si erano preoccupati anche l’ex sindaco Massimo Borghi, e il capogruppo di “Alternativa democratica” Mauro Lorenzini, residente a Filare, che avevano presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro Poste Italiane per l’ipotesi di reato penale di «interruzione di pubblico servizio». «Ma purtroppo – ha detto un residente di Filare – ancora oggi la posta arriva a singhiozzo in alcune zone della frazione. A casa mia la cassetta si riempie il venerdì o il sabato, qualche volta il lunedì. La situazione la conosciamo: pochi i dipendenti e tanto lavoro da garantire. E se Poste italiane taglierà davvero un portalettere, a Gavorrano il servizio collasserà».
I primi effetti della politica di tagli, operata dall’azienda ormai da tempo, si sono visti a Gavorrano già l’anno scorso, quando a seguito di un’ulteriore razionalizzazione Poste italiane aveva deciso di ridurre, da settembre 2009, i giorni di apertura settimanali dell’ufficio postale di Ravi e di Giuncarico. Una decisione contro cui si schierò l’allora sindaco Borghi e tutto il Consiglio comunale, che a marzo di quest’anno votò all’unanimità una mozione presentata dal centrosinistra, per contrastare la riduzione dei servizi nelle frazioni del comune, operata da Poste italiane e Trenitalia (che ha depotenziato la stazione di Potassa locale di collegamenti ferroviari da e verso Grosseto e Follonica) penalizzando la qualità di vita dei gavorranesi. Ma insorse anche l’intera comunità giuncarichese, che contro Poste Italiane organizzò una petizione firmata da centinaia di residenti, nel tentativo di bloccare la riduzione dell’unico sportello postale presente nella frazione, che qui fa anche da banca. Una situazione per niente agevole, soprattutto per gli anziani del paese, visto che l’ufficio postale più vicino è a Caldana o a Ravi, raggiungibili più facilmente in macchina, perché manca un efficiente collegamento con gli autobus di linea. Ma tutte le proteste non hanno sortito alcune effetto: da settembre scorso lo sportello postale di Giuncarico è aperto solo 4 giorni a settimana: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8:15 alle 13:30, e sabato dalle 8:15 alle 12:30.