I Democratici chiamano in causa Socialisti e Verdi che nei giorni scorsi si erano schierati dalla parte di Massimo Borghi insieme a Sinistra Ecologia e Libertà
Gavorrano – Chiusa la partita con il sindaco Massimo Borghi, risolta con le dimissioni dei nove consiglieri e il conseguente scioglimento del consiglio comunale, il Partito Democratico ha ancora altri colpi da sferrare. L’obiettivo delle “cannonate” del Pd sono gli altri partiti della coalizione di centrosinistra che nel 2009 insieme ai democratici appoggiarono la candidatura di Borghi. Si tratta di Sinistra Ecologia e Libertà, partito del sindaco “scaduto”, dei Verdi e del Partito Socialista Italiano, le tre forze politiche (Sel non era ancora presente nel 2009, il partito che partecipò alla coalizione si chiamava Sinistra per Gavorrano, ndr) che anche durante le primarie di coalizione scelsero di sostenere Borghi. (nella foto in alto Serena Remi, segretaria dell’Unione Comunale PD)
Quello che contesta il Pd è la presa di posizione dei tre partiti alla luce di quello che è successo in questo ultimo mese, ma soprattutto le dichiarazioni rese dalle tre forze politiche sul confronto aperto e sull’atmosfera di collaborazione che si sarebbe respirata nel centrosinistra. Per caso, si chiedono dal Pd, i rappresentanti dei tre partiti sapevano qualcosa in più sulla vicenda Gabrielli, sapevano che l’allora sindaco aveva intenzione di allontanarlo dalla giunta.
E proprio sul “caso Gabrielli” insistono i democratici. «Gli alleati – scrivono dal Pd di Gavorrano -, con i quali sono intercorsi vari colloqui per valutare la questione, perché non hanno voluto prendere una posizione in merito e non si sono scandalizzati da questo gesto di cui si dichiaravano ignari, ma hanno sentito l’ esigenza di esternare la propria contrarietà alla sfiducia del Sindaco, solo a mozione dei Consiglieri PD consegnata in Comune?».
Da parte del Partito Democratico ribadiscono dal Pd c’è stata la massima collaborazione sia in fase di formazione della giunta che durante le attività di governo del territorio. Un atteggiamento positivo con l’unico obiettivo di fare l’interesse della “cosa pubblica”, atteggiamento che è venuto meno soltanto quando il vicensindaco è stato mandato a casa. «Ci pare chiaro – concludono dal Pd – che abbiamo dimostrato con ogni atto la nostra apertura, disponibilità e il nostro impegno a far funzionare l’Alleanza tenendo fede alla scelta dei cittadini, fin quando Borghi ha sfiduciato il nostro Partito ritirando pretestuosamente le delega al Vicesindaco, espresso dal PD».