Duro il sindaco sulle dimissioni del “gruppo dei nove”: «Non hanno voluto alcun confronto»
di Annalisa Mastellone
Gavorrano – Organizzato dal gruppo “Io non voglio la sfiducia al sindaco Borghi” – nato su facebook già da alcune settimane, raggiungendo a oggi oltre 270 membri – si è svolto lunedì l’incontro pubblico con l’ormai ex sindaco, allo scopo di chiarire ai cittadini quelli che Massimo Borghi ha annunciato da tempo essere «i veri motivi per cui devo andare a casa», che aveva promesso di svelare il 25 settembre prossimo, in occasione del Consiglio comunale convocato per discutere la mozione di sfiducia presentata dai nove consiglieri del Pd. Occasione saltata a causa delle dimissioni in blocco che gli stessi piddini hanno consegnato ieri mattina. Oltre 100 le persone intervenute all’incontro, iniziato alle 21:30 presso il Laboratorio di educazione ambientale “La Finoria”, e andato avanti fino alle 00:30 circa. Al tavolo del dibattito sedevano, insieme a Borghi, Nicola Menale, segretario comunale Sel, Andrea De Sensi dei Verdi e Rossano Galletti dei socialisti. L’ex primo cittadino ha quindi iniziato, atti pubblici alla mano, a replicare, punto per punto, al testo di sfiducia, che ha aperto la strada del commissariamento del Comune, ufficializzato dalle dimissioni del “gruppo dei nove”.
Incontro pubblico: grande partecipazione per il primo incontro pubblico organizzato dal gruppo Facebook a sostengo di Massimo Borghi
«Dimissioni – ha sottolineato Borghi – arrivate appena ho annunciato di voler ribattere alla mozione di sfiducia in sede di Consiglio. Non hanno voluto alcun confronto. Una mozione che, nella maggior parte, mi attacca per il mio carattere spigoloso e poco docile. Un carattere che mi accompagna da sempre, portandomi a volte in passato ad essere isolato, anche all’interno dello stesso partito in cui militavo, per le posizioni che esprimo avendo sempre in mente il bene e l’interesse della comunità, e con coscienza».
Poi ha iniziato a spiegare i retroscena di «una guerra (con parte del Pd locale) iniziata contro di me il giorno dopo le primarie». «Innanzitutto – ha esordito – sono stato contestato perché ho toccato tre cose che qui a Gavorrano sono fondamentali: Coseca, Rama e Acquedotto del Fiora. In quest’ultimo caso, per la vicenda degli sversamenti fognari a Giuncarico, il Tar ha emesso un’ordinanza che mi ha dato ragione: responsabile del problema è l’acquedotto, a cui i cittadini pagano fior di bollette, e che quindi deve risolvere il problema. Nessun sindaco prima di me si è mai permesso di tirare in causa l’acquedotto, ma io l’ho fatto per tutelare il diritto dei miei cittadini. Ho rinegoziato la convenzione con Rama per il servizio di trasporto scolastico, portando alle casse comunali un risparmio di circa 80mila euro. Mi sono preoccupato anche di rinegoziare i termini di contratto con il Coseca, visto che la precedente convenzione è di 1 milione e 300mila euro, per un servizio che è sotto gli occhi di tutti, e di cui si lamentano in molti. Però è un anno che aspetto che la ditta mi comunichi quanto intende essere pagata. Mi hanno attaccato perché queste sono aziende partecipate, in cui il Comune è socio. Ma questo non vuol dire dimenticarsi dell’interesse dei cittadini, giacché i soldi risparmiati possono essere investiti per la comunità. Quando mi sono insediato, ho trovato incuria dei parchi pubblici, problemi di illuminazione cittadina e altri problemi che non ho potuto affrontare a causa del patto di stabilità che limita gli investimenti pubblici».
Intervenuto anche l’ex sindaco Mauro Giusti, a sottolineare il silenzio dei consiglieri dimessi, in varie occasioni pubbliche e all’interno della coalizione, sui motivi alla base della sfiducia, come l’immobilismo di Borghi su alcuni progetti. Accusa a cui Borghi ha replicato duramente, elencando cifre e numeri. «Come mi si può – ha detto con tono acceso – accusare di immobilismo quando in 15 mesi di mandato ci sono stati oltre 2 milioni e 800mila euro di appalti pubblici per scuola di Giuncarico, piscina comunale, frana di san Giuliano, completamento miniera Ravi-Marchi e Porte del parco, abbattimento barriere architettoniche alla scuola media per uno studente disabile, recupero centro storico Caldana, impianti fotovoltaici su edifici pubblici. Anche sulla trasferta “forzata” del Gavorrano calcio a Venturina l’ex primo cittadino, di cui il “gruppo dei nove” lo ha incolpato, ha ribadito che «non è colpa mia, ma del presidente Camilli che non ha voluto concedere il campo alla nostra squadra. Della cosa si era interessato anche Emilio Bonifazi, e non ho voluto replicare a Camilli, ma ero pronto a scrivergli, per rispetto istituzionale al sindaco di Grosseto che ha cercato di risolvere la questione. Ma ci sono 50mila euro di residui passivi in bilancio, che l’esperto Gianfranco Mazzi studierà come mettere a disposizione dell’associazione sportiva promossa in Lega Pro”. Poi è passato ad affrontare i progetto in ritardo. «La residenza assistita di Caldana – ha replicato l’ex sindaco – è in ritardo per lungaggini burocratiche. Di Casa Maiani, e dello spostamento del distretto socio sanitario ai Bagnetti è competente Valentina Cantini, che avevo nominato assessore alla Sanità e alle Politiche sociali. Ad un incontro con l’Asl ai Bagnetti per discuterne il trasferimento, la Cantini era assente per motivi di lavoro. Mi hanno accusato di aver fatto un accordo segreto col direttore dell’Asl, al quale ho solo riferito il disagio di alcuni anziani di Gavorrano nel recarsi ai Bagnetti. C’è stata poi una chiacchierata tra di noi sull’ipotesi, condivisa, di poter ristrutturale la sede Asl attuale e renderla più funzionale. L’alleanza lo sapeva». Insomma quello tra Borghi e Pd sembra proprio essere stato un matrimonio difficile sin dall’inizio. L’ex sindaco chiude con un rammarico: «Mi spiace che rimarrà fuori il progetto di risistemazione di via Tasso, emergenza che dura da 10 anni;« ho risolto molti problemi dei miei cittadini, non tutti ma quelli che potevo. Sono solo amareggiato del fatto che altre richieste dei cittadini non potranno più essere soddisfatte».