Approvato un documento per scongiurare il commissariamento del comune di Gavorrano.
Casteani – Il circolo del Partito Democratico di Casteani e Castellaccia tante la carta del dialogo. Dialogo con il resto del Pd locale e dialogo con il sindaco Massimo Borghi. L’obiettivo è quello di scongiurare il commissariamento del comune che vorrebbe dire, secondo alcune ipotesi un blocco amministrativo di alcuni mesi, forse un anno.
Per il circolo di Casteani, che già nei giorni scorsi si era dissociato dalle decisioni prese dall’Unione Comunale tanto che era stato l’unico circolo a non partecipare all’assemblea del 19 agosto, dove passò la linea dura della sfiducia al sindaco, andare a elezioni anticipate sarebbe sbagliato e contro l’interesse dei cittadini, anche se rispetto al passato la posizione dei “dissidenti”, così li avevamo ribattezzati in uno dei nostri articoli, sembra un po’ più morbida e in linea con quella tenuta dalla segreteria provinciale dei democratici.
Daniele Tonini: coordinatore dimissionario del circolo Casteani Castellaccia ha ricevuto il sostegno del “suo” comitato direttivo
Tra le richieste indicate nel documento approvato nella riunione di ieri, 31 agosto, il Pd di Casteani chiede al sindaco di tornare indietro sulla decisione di revocare le deleghe all’ex vicesindaco Luca Gabrielli (foto in basso). In totale sono quattro i punti su cui si dovrebbe articolare secondo Casteani il percorso di riavvicinamento tra sindaco e Pd.
Richieste molto precise per una posizione che sa di apertura anche se dal circolo arrivano critiche pesanti ai meccanismi di gestione del partito. Insomma per il circolo Casteni Castellaccia Il Partito Democratico di Gavorrano non sarebbe tanto democratico. Questo però lo diciamo noi, è una nostra interpretazione. Quello che scrivono da Casteani invece è questo: «In questo contesto, paventiamo che l’assemblea chiamata a deliberare una così importante decisione (cioè la decisione di presentare la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, ndr ) non avesse titolo giuridico per farlo». I motivi di queste affermazioni sarebbero da ricercare, per i “dissidenti”, nella scarsa partecipazione dei membri dell’assemblea, eletti con le primarie , alle riunioni convocate dal partito.