Il Partito Democratico presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino, aprendo così la strada verso le elezioni anticipate; Borghi: «Questo sindaco dava noia»
Gavorrano – Il Partito Democratico ha scaricato Massimo Borghi. Con un documento in dieci punti approvato dall’assemblea dell’Unione Comunale, i democratici di Gavorrano hanno deciso di porre fine all’attuale alleanza che sostiene il sindaco di Sinistra Ecologia e Libertà.
«I rappresentni del Pd in consiglio comunale – si legge nel documento – depositeranno nei prossimi giorni una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Una strada obbligata – scrivono dal Pd – per superare questa situazione e ripartire con un progetto nuovo per Gavorrano».
Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni e che aprono un nuovo scenario per il comune di Gavorrano, quello delle elezioni anticipate.
La crisi tra Pd e primo cittadino si era aperta dopo l’allontanamento dell’ex vicesindaco Luca Gabrielli (foto a sinistra) dalla giunta. La revoca delle deleghe a Gabrielli era stata considerato un atto di rottura, un punto di non ritorno dal quale sarebbe stato difficile poter ricominciare.
Tra i dieci punti indicati nel documento, l’assemlea all’unanimità ha espresso solidarietà nei confronti di Gabrielli, considerando inconsistenti le motivazioni che Borghi aveva presentato nei giorni scorsi. Anche nei confronti del capogruppo Francesca Mondei la posizione del partito è stata chiara e compatta: ha fatto bene il suo lavoro cercando sempre il confronto e l’equilibrio all’interno della coalizione.
Più duro invece il giudizio sull’assessore Daniele Tonini che rischia un provvedimento disciplinare. Il suo caso sarà affidato agli organi competenti del partito.
Adesso il percorso è tracciato: come prevede lo statuto comunale, dal momento che viene depositata la mozione di sfiducia entro 30 giorni deve essere convocato un consiglio comunale ad hoc. In quella sede i 17 consiglieri del comune di Gavorrano si esprimeranno a favore o contro il mandato del sindaco Massimo Borghi.
Il Partito Democratico può contare sulla maggioranza assoluta con 10 consiglieri. Di questi solo uno sembrerebbe incerto sul voto, ma nonostante una possibile defezione, il Pd avrebbe comunque i numeri per far cadere sindaco e giunta e avviare la lunga strada che porta alle urne. Nella primavera del 2011 insomma gli elettori di Gavorrano potrebbero tornare al voto per scegliere un nuovo sindaco. Fino ad allora il comune verrebbe commisariato.
Nel Pd si pensa già al futuro e all’appuntamento elettorale tanto che all’ultimo punto del documento dell’Unione comunale si parla già di iniziative pubbliche e incontri con i cittadini. «Vogliamo aprire un confronto ampio – spiega Serena Remi, segretaria dell’Unione Comunale – ed alla luce del sole con i cittadini di Gavorrano. La prossima settimana saranno organizzate assemblee degli iscritti in tutti i Circoli e successivamente partiranno le assemblee pubbliche in tutte le frazioni».
Le reazioni del sindaco non si sono fatte attendere. Sulla mozione di sfiducia Massimo Borghi è pronto a dare battaglia. «Sarò sottoposto a una mozione di sfiducia – ha spiegato il sindaco – senza aver mai attaccato un partito della coalizione. Le avvisaglie – ammette il primo cittadino – c’erano già da mesi . Basta guardare quello che è successo dalle primarie in poi. Questo sindaco dava noia».
«Mi difenderò – ha aggiunto Borghi – portando i dati che dimostrano come il programma di governo sia in avanzata fase di realizzazione e anche la grave crisi economica dei comuni non ne ha inficiato il lavoro, dando risposte anche al di là del programma. I cittadini devono sapere la verità che non viene detta nel documento del Pd. E’ vero ho lavorato in maniera autonoma ma rispettando la legge e gli accordi elettorali e mi sono assunto responsabilità in prima persona».
Sul futuro anche Borghi, come il Pd,ha già le idee chiare e pensa ad iniziative pubbliche: «Con il commissariamento si aggraverà la situazione giungendo al blocco di tutti i progetti in itinere. Per questo convocherò assemblee pubbliche per illustrare quanto fatto e le pressioni che sono state fatte pesare su di me; sindaco non gradito perché con la vittoria alle primarie sono stato accusato di lesa maestà da una parte del Pd, che uscito sconfitto non vedeva l’ora di vendicarsi e di mandare a casa il sindaco del comune scelto dai cittadini».
Insomma, dire che il clima è rovente, è usare un eufemismo. Nei prossimi mesi, se la mozione porterà alla sfiducia, i cittadini di Gavorrano potrebbero assistere ad una delle campagne elettorali più “sanguinarie” della storia del comune.