Competenze e scarichi fognari: la sentenza del Tar della Toscana segna un punto a favore dell’amministrazione Borghi; pronto il ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’Acquedotto
di Annalisa Mastellone
Gavorrano – Lo scorso 28 luglio il Tar della Toscana ha respinto il ricorso presentato dall’Acquedotto del Fiora contro il Comune di Gavorrano, in cui l’azienda chiedeva l’annullamento dell’ordinanza sindacale, emessa il 10 maggio di quest’anno, che ordinava al Fiora spa di intervenire immediatamente a sistemare lo scarico fognario in zona “Le Case”, a Giuncarico, da cui fuoriescono liquami pericolosi per l’igiene e la salute pubblica. La vicenda, andata avanti a suon di carte bollate tra Amministrazione e acquedotto, è esplosa la scorsa primavera. Ad aprile infatti, l’Asl 9, sollecitata da alcuni giuncarichesi, scrive al sindaco Borghi, segnalando, dopo un sopralluogo, che da un condotto fognario a “Le Case” vi è uno “sversamento di liquami” che sfocia nei terreni di proprietà di due famiglie, evidenziando il forte rischio di sviluppare malattie infettive tra i residenti. Così, allarmato e preoccupato dinanzi alle constatazioni dell’autorità sanitaria, il primo cittadino – che già tempo prima si era recato sul posto a verificare la situazione di persona, e aveva cercato di far risolvere il problema all’acquedotto – il 12 maggio, emette un’ordinanza sindacale che intima al Fiora spa di «procedere all’immediata risoluzione degli inconvenienti igienico sanitari», e provvedere, entro sessanta giorni, a progettare i lavori necessari a risolvere il problema in maniera definitiva.
Giuncarico: il caso degli scarichi fognari de “Le Case” hanno provocato uno scontro istituzionale tra comune e Acquedotto del Fiora
Ma il Fiora chiede la revoca dell’ordinanza sindacale, sostenendo di non essere responsabile della situazione, non essendo proprietaria della rete fognaria a “Le Case”. Ed appellandosi a questo, l’8 luglio l’azienda grossetana presenta ricorso al Tribunale amministrativo regionale, chiedendo l’annullamento delle disposizioni comunali. Nel frattempo, l’Amministrazione ha raccolto alcune fatture dei residenti interessati, per dimostrare che agli utenti l’acquedotto applica la tariffa, prevista dal contratto di servizio, per l’immissione in fognatura. Quindi un servizio che i cittadini pagano in bolletta, per cui il Fiora «non può esimersi dalla gestione e manutenzione conseguente al servizio stesso», essendo tra l’atro concessionario del sistema idrico locale. Così, il 14 luglio scorso, il Comune di Gavorrano ha nominato un legale per affrontare la vicenda davanti al Tar, che il 28 luglio, ha dato ragione all’Amministrazione, respingendo il ricorso dell’Acquedotto del Fiora. «Osservato ad un primo e sommario esame – è la pronuncia del Tribunale – che il ricorso appare sprovvisto dei necessari profili di fondatezza, atteso che l’ordinanza sindacale risulta emessa nei confronti del soggetto competente, sulla base di specifici e circostanziati rilievi dell’Autorità sanitaria, al fine di rimuovere nell’immediatezza la riscontrata situazione di pericolo per l’igiene e la sanità pubblica».
«Il Comune non c’entra – ha commentato Massimo Borghi durante la conferenza stampa appositamente convocata la scorsa settimana, dove c’erano gli assessori Daniele Tonini e Gianfranco Mazzi – visto che, come ha detto il Tar, non ha più competenza, né mezzi, né personale da quando servizi del genere sono stati privatizzati. Io sono responsabile della salute dei miei cittadini, e sul territorio ci sono altre situazioni analoghe, che affronteremo di volta in volta chiedendo un sopralluogo dell’Asl, ed emettendo un’ordinanza nei confronti di chi è responsabile del problema».
Tempestiva la replica dell’Acquedotto del Fiora, che in questi giorni è intervenuto sulla vicenda, perché erroneamente sindaco e giornali locali hanno parlato di sentenza del Tar, che in realtà ha emesso solo un’ordinanza. «Ad oggi non è stata ancora emessa alcuna sentenza da parte del competente Tar della Toscana – si legge nel comunicato stampa dell’azienda, consultabile integralmente al link http://www.fiora.it/news/comunicati-stampa/203/gavoranno_-la-rete-fognaria-nella-zona-%E2%80%9Cle-case%E2%80%9D-potrebbe-essere-di-proprieta-privata.htm.- Infatti, in data 28 luglio 2010 la Camera di Consiglio della sezione 3 non ha accolto l’istanza cautelare richiesta da Acquedotto del Fiora Spa ma il ricorso presentato dall’azienda resta pendente nel merito in attesa che il Tar della Toscana si esprima definitivamente sulla vicenda. Lo scarico fognario presente della zona “Le Case” a Giuncarico, non è certo che sia di proprietà pubblica, ma sarebbe stato realizzato da proprietari privati ai quali spetta dunque il dovere di provvedere alla regolarizzazione degli scarichi fognari».
Per questo motivo Acquedotto del Fiora sta valutando la possibilità di ricorrere anche dinanzi al Consiglio di Stato nel caso in cui il Tar della Toscana emetta una sentenza a favore del Comune di Gavoranno.
«La sentenza, infatti, decreterebbe un’evidente iniquità oltre che la paralisi del servizio idrico nelle provincie di Grosseto e di Siena – scrive ancora la società – . Esistono opere pubbliche ed opere private ed a parere dell’Azienda non è infatti corretto che la collettività, con le risorse pubbliche della tariffa del servizio idrico integrato, si faccia carico di eseguire attività e lavori che hanno uno squisito interesse privato. Ad accertare questo importante aspetto mira l’approfondimento eseguito e richiesto da Acquedotto del Fiora sulla vicenda in oggetto in quanto per la società è prioritario il corretto impiego di risorse pubbliche ovvero, in questo caso, la certezza che si intervenga su reti fognarie pubbliche. Questa incertezza non è stata infatti risolta neanche dagli uffici del Comune di Gavorrano, come testimonia l’assenza di risposta da parte dello stesso Comune alla nota inviata da Acquedotto del Fiora in data 27 maggio 2010, con la quale venivano ‘richieste informazioni circa la natura (pubblica o privata) della predetta rete fognaria nonché l’avvenuta costituzione di servitù fognaria e/o sulla presenza di provvedimenti espropriativi relativi ai terreni interessati’. Anche nell’ipotesi di opera pubblica, il Gestore non condivide comunque le modalità con le quali è stata gestita questa delicata materia. Agire secondo quanto indicato dall’ordinanza porterebbe, per estensione sull’intero territorio dell’ATO 6 Ombrone, a destinare le già limitate risorse da tariffa esclusivamente all’eliminazione delle centinaia di scarichi non depurati esistenti, tralasciando i fondamentali interventi di manutenzione sulle reti e gli impianti per acqua potabile, nonché quelli di ricerca di nuove e migliori fonti di approvvigionamento».
«E’ evidente – è la conclusione – che per dare seguito a quanto previsto nell’ordinanza, il progetto prima e i lavori dopo, potranno essere realizzati solo quando il Comune avrà individuato l’area disponibile per la realizzazione dell’impianto di depurazione. E’ opportuno ricordare che proprio in virtù della piena consapevolezza dell’insufficienza delle risorse economiche provenienti dalla tariffa, la Regione Toscana ha recentemente approvato la legge regionale prevedendo che gli interventi per gli scarichi di potenzialità inferiore ai 2mila abitanti equivalenti non sono necessariamente da realizzarsi tutti entro il 2015».