di Daniele Reali
Gavorrano – C’è preoccupazione per il futuro della scuola nel comune di Gavorrano. La riforma Gelmini, che prende il nome dal ministro del Governo Berlusconi che ha la responsabilità del Dicastero della Pubblica Istruzione (nella foto il ministro Maria Stella Gelmini), avrebbe causato nel nostro territorio una riduzione del numero delle classi e degli insegnanti nonostante che gli studenti siano aumentati. Il riferimento è in particolare al plesso di Gavorrano.
A dirlo è il gruppo consiliare di Centrosinistra che nell’ultimo consiglio comunale ha presentato una mozione contro la riforma Gelmini e soprattutto contro i tagli che questa riforma, secondo la maggioranza di Borghi, prevede anche nei plessi scolastici del nostro comune.
Nel territorio di Gavorrano ci sono tre scuole dell’infanzia, Gavorrano, Bagno e Grilli, quattro scuole primarie, Caldana, Gavorrano, Bango e Giuncarico e una sola scuola secondaria di primo grado, “le medie” di Gavorrano.
A rischio, se ne parla da tempo, soprattutto in considerazione dei parametri stabiliti dalla riforma per quanto riguarda il numero necessario di studenti per tenere aperta una scuola, ci sono i plessi di Giuncarico e Caldana. Difficile però pensare che a Giuncarico, dopo l’intervento di recupero e riqualificazione dell’edificio scolastico, tuttora in corso e che dovrebbe concludersi prima della fine dell’anno, consentendo ai bambini di rientrare nella loro scuola al massimo nel mese di maggio, si decida per chiudere in modo definitivo la scuola primaria. L’edificio ha subito notevoli modifiche e adeguamenti come previsto dalla attuale normativa in tema di sicurezza, ad esempio, degli impianti e di stabilità della struttura anche relativamente ai più moderni criteri antisismici.
Rimangono dunque alcune perplessità sul tema scuola perché di fatto ancora non sono certi gli effetti della nuova riforma. Se fosse certa la chiusura di una scuola o di due plessi pensiamo che l’amministrazione avrebbe già preso in considerazione la possibilità di una organizzazione diversa del servizio scolastico, come per esempio la concentrazione degli studenti in un unico plesso. Nella mozione del centrosinistra, votata a maggioranza con l’astensione della lista “Una nuova storia”, si parla di tagli economici anche se di fatto non si capisce a quanto ammontino in termini finanziari.
«A nostro avviso – scrivono dal centrosinistra – si sta verificando non una “riforma” della scuola, ma una serie di tagli che non tengono minimamente in considerazione la necessità di un settore così importante della società; per un risparmio a breve termine si danneggia il futuro di centinaia di migliaia di giovani e quello di migliaia di docenti che sono stati lasciati a casa. Gli ingenti tagli economici che sono stati effettuati sulla formazione rappresentano un’azione gravissima perché un paese civile deve fondarsi sulla conoscenza, la competenza e la cultura che devono essere un diritto per tutti. La scuola pubblica viene così ulteriormente depauperata a scapito specialmente delle classi sociali meno abbienti e delle aree geografiche più marginali».
Le motivazioni della maggioranza sono certamente condivisibili e la mozione è stata accolta con favore dal consiglio comunale e solo la Lista Fabiano ha mostrato con l’astensione un atteggiamento più prudente.
Sarebbe opportuno però che il centrosinistra, visto che la mozione riguarda soprattutto il nostro territorio, fosse più chiaro sulla situazione scuole aperte e scuole chiuse. Anche tra le famiglie residenti nel comune c’è molta preoccupazione per il futuro scolastico dei loro figli e in questo momento c’è bisogno di maggiore chiarezza sugli effetti della riforma.