La mozione presentata dalla lista Fabiano fa ancora parlare dentro e fuori dalle stanze della politica gavorranese e i due “cattolici” del Partito Democratico hanno voluto dire basta alle polemiche sulla loro astensione, replicande agli attacchi della minoranza.
«Nel valutare questa mozione – scrivono i due consiglieri di maggioranza – ci è sorto da subito un dubbio riguardo alle motivazioni che potessero aver spinto il gruppo di minoranza a portare questo argomento alla discussione del Consiglio, non essendo propriamente di prassi amministrativa. Dopo attenta lettura pur riconoscendone e accogliendone gli argomenti abbiamo valutato con apprensione che tale mozione avrebbe potuto rappresentare una strumentalizzazione di carattere politico».
«La decisione – continuano Borborini e Mondei – è stata combattuta, in quanto intimamente cristiani e rappresentanti della voce cattolica all’interno del nostro partito, con la volontà di rappresentare al meglio le aspettative dei nostri elettori; ma il proposito di non prestarci alla strumentalizzazione di quello che è il simbolo sacro di una fede interiore, ci ha spinto ad astenerci dall’approvazione di tale documento. A rafforzare la nostra convinzione sulla correttezza della nostra intuizione e conseguente presa di posizione, è stato l’intervento dal Gruppo di minoranza che ha immediatamente attaccato e denigrato la nostra scelta con l’arroganza di chi si atteggia ad investito Garante della testimonianza di fede cristiano-cattolica, venendo così a fugare tutti i nostri dubbi sulla possibile finalità di strumentalizzazione politica».
Per i due esponenti del centrosinistra insomma il crocifisso è stato «oggetto di una loro crociata tornacontistica, a fini di opportunità elettorale. Oltretutto ricorrendo ad un atteggiamento esemplare. Del resto anche le parole del portavoce di “Una nuova storia” testimoniano l’unicità opportunistica di questo forte modo di fare opposizione. Ne riportiamo fedelmente le parole pronunciate in assise “lasciateci almeno riportare al Consiglio quanto discusso in Conferenza dei Capigruppo, altrimenti cosa veniamo a fare? Solo a litigare con Mondei e Borborini?”».
«Quindi ci chiediamo – scrivono ancora i due consiglieri – se questo atto, intorno al quale sono state costruite numerose polemiche, non lasci trasparire il rammarico del Gruppo di minoranza per non aver potuto contare sull’appoggio elettorale di una fetta dell’ambiente cattolico, del quale evidentemente si professa presuntuosamente e convenientemente unico rappresentante allo scopo di accattivarne il consenso; al punto tale da permettersi anche giudizi sulla nostra intima cristianità e sulla nostra capacità di rappresentanza; accusandoci, fra le righe, di disonestà nel dichiaraci cristiani e cattolici a fini propagandistici. Chiederemo ai Consiglieri che ci accusano di tenere delle lezioni di Catechismo a cui poter prendere parte per colmare umilmente le nostre lacune».
Borborini e Mondei nel loro intervento hanno voluto anche ringraziare gli altri consiglieri del gruppo di centrosinistra per aver difeso e tutelato la loro scelta di voto, a dimostrazione dell’unità e della compatezza della coalizione che sostiene il sindaco Massimo Borghi, dicono i due. Una polemica quella scatenata dalla mozione sul crocifisso destinata a continuare chissà ancora per quante settimane, magari anche dopo la decisione attesa delle Corte Europea. Nel caso di un passo indietro di Strasburgo infatti nessuno toccherebbe più il crocifisso e il simbolo cristiano rimarebbe al suo posto, non al centro di scontri politici locali e nazionali.
L’intervento integrale dei due consiglieri di maggioranza è stato anche pubblicato dagli stessi autori all’interno di un commento al post precedente sempre su questo argomento.