a cura di Gian Luca Bonucci
Giuncarico – Oggi si discute per assegnare nomi di persone a vie o piazze, che nella loro vita si sono comportate in modo non sempre corretto nei confronti degli altri. Ma per questo non possiamo certo rimanere stupiti, in quanto ormai al mondo di oggi, più le persone sono disoneste, più se ne parla, e più si fanno passare per degli eroi.
Mentre nel nostro paese, più gli anni passano, ed ancora non riusciamo a vedere una misera lapide, in una via o in una piazza, per ricordare il nostro grande giuncarichese Mario Grossi.
Nel maggio del 1999, ovvero nel primo numero del giornalino “il Giunco”, venne pubblicato un articolo per ricordare la figura di questo grande uomo di scienza.
Con la speranza di vedere al più presto una targa con il suo nome, riproponiamo in versione integrale, quel breve articolo pubblicato nel primo numero del giornalino del paese.
Mario Grossi: una vita dedicata alla scienza
Giuncarico è sempre rimasto nel suo cuore
Da una piccola realtà paesana alla conquista dello spazioMario Grossi nasce a Giuncarico il 10 Gennaio 1925 da Gaetano, di professione Capostazione delle Ferrovie dello Stato, e da Emma Salvi, maestra elementare. A Giuncarico visse i primi anni della sua vita e compì gli studi della scuola dell’obbligo di Maremma. Seguendo i trasferimenti del padre per motivi di lavoro, visse poi a Piombino e a Pisa, dove giunse a laurearsi all’età di 23 anni con 110 e lode presso la facoltà di Ingegneria, discutendo una tesi riguardante “Una radiosonda per il rilievo del graduante atmosferico di temperatura”, che fu immediatamente brevettata.
Mario Grossi
La possibilità di ottenere migliori risultati nel campo della ricerca lo convinse a trasferirsi con la famiglia negli U.S.A. alla fine degli anni ’50, ma rimase comunque legato affettivamente alla Maremma , in quanto i genitori sono sepolti nella cappella di famiglia nel cimitero di Giuncarico, e dove mantiene la proprietà della casa natale.
Il suo progetto più conosciuto dalla comunità scientifica internazionale ed italiana in particolare è il TETHERED, conosciuto anche con il nome di “satellite al guinzaglio”. Questa idea nacque nel lontano 1972 e Grossi dichiarò al “the Boston Globe” del 27 luglio 1992 che da bambino gli piaceva giocare con gli aquiloni (che volavano nel cielo di Giuncarico) e proprio ricordando questo gioco della sua infanzia, aveva concepito il sistema del satellite al guinzaglio. Si tratta di un’antenna marconiana estremamente lunga (un cavo costituito da 6 strati di 2,5 mm di spessore e di una lunghezza fino a 100 Km.) che collega la navicella spaziale Shuttle con un satellite orbitante intorno alla terra.
Qualche anno fa il Comune di Gavorrano gli conferì la cittadinanza onoraria per l’importanza che egli rivestiva nella comunità scientifica internazionale, e per aver dato lustro con i suoi progetti ai suoi luoghi nativi.
Si è spento lo scorso dicembre negli U.S.A. ma le sue ultime volontà hanno fatto si che le sue spoglie fossero riportate al suo paese natale. Le ceneri di Mario Grossi, adesso riposano nella cappella di famiglia al cimitero di Giuncarico.